Nei luoghi di lavoro è necessario prestare grande attenzione alla eventuale presenza di ambienti confinati o sospetti di inquinamento. Infatti l’estrema varietà di situazioni operative connesse all’attività negli spazi confinati ne determina una difficoltà nella individuazione e di conseguenza una carente o inesistente gestione del rischio stesso.
A ciò si aggiunga che, in alcuni casi, le aziende gestiscono tali attività non solo in proprio ma anche affidandole in appalto e subappalto a soggetti terzi talvolta non adeguatamente attrezzati e/o competenti. Gli incidenti occorsi negli anni, pur non essendo molto frequenti, risultano essere quasi sempre letali proprio per errori di valutazione o sottovalutazione dei pericoli presenti.
Quando si analizzano tali eventi, infatti, emerge come l’assenza di valutazione dei rischi, l’assenza di procedure operative e di emergenza, nonché la mancanza di competenze tecniche in materia, causino danni gravissimi.
Non dimentichiamoci poi dell’aspetto emotivo: i lavoratori spesso si precipitano nell’ambiente confinato per prestare soccorso al collega che ha avuto un malore ma, se lo fanno senza cognizione di causa, l’esito è spesso infausto anche per loro.
Oltre ai cosiddetti rischi per la sicurezza (cadute dall’alto, seppellimento e annegamento, rischio elettrico, rischio chimico per la sicurezza, incendio e di atmosfere esplosive, …) non ci si deve dimenticare dei rischi per la salute che possono derivare:
- dalla conformazione dell’ambiente stesso
- dalla presenza di inquinanti chimici o biologici;
- dalla tipologia di attività da porre in essere all’interno dell’ambiente stesso”.
Cosa deve fare il datore di lavoro quando si è in presenza di ambienti confinati o sospetti di inquinamento:
- classificare le aree
- analizzare i rischi
- informare, formare ed addestrare i lavoratori
- compiere le attività preliminari previste dalla legge
- implementare procedure di gestione operativa
- implementare procedure di gestione emergenza
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