Sappiamo tutti che l’ergonomia è quella scienza multidisciplinare che studia la relazione ottimale tra:
- uomo, inteso come lavoratore adibito ad un compito/mansione;
- macchina, intesa come apparecchiatura, attrezzatura, utensile, strumento utilizzato nello svolgimento dell’attività lavorativa;
- ambiente di lavoro, inteso come l’insieme delle caratteristiche del luogo in cui viene svolta l’attività lavorativa (esempi: layout degli spazi, temperatura, umidità relativa, rumore, illuminazione ecc.) nonché gli aspetti sociali e organizzativi.
Ed è proprio in relazione a quest’ultimo aspetto che parliamo di stretta correlazione tra ergonomia e benessere organizzativo. Per benessere organizzativo si intende il benessere psicofisico del lavoratore all’interno del luogo di lavoro, che viene anche garantito dal benessere dell’azienda. Lo scopo dell’ergonomia è infatti quello di migliorare le prestazioni del sistema e la soddisfazione complessiva dei lavoratori, tutelandone il benessere, la salute e la sicurezza.
Perseguire il benessere dell’azienda, e quindi dei lavoratori, è un obiettivo non solo virtuoso ma assolutamente necessario per garantire salute alla collettività attraverso un miglioramento della qualità di vita di ciascuno e, indirettamente, un innalzamento anche del benessere economico complessivo.
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