Il lavoro notturno presenta certamente una sua complessità biologica” in quanto stare svegli di notte e cercare di dormire di giorno non è una condizione fisiologica normale per gli esseri umani, e impone uno stress considerevole all’organismo con gravi conseguenze sia a breve che a lungo termine. La funzione più colpita è il sonno, la cui quantità e qualità diminuiscono in funzione delle variazioni dei periodi di lavoro e di riposo, delle condizioni ambientali e delle caratteristiche, abitudini e comportamenti dei lavoratori. A ciò si deve aggiungere che l’alterazione dei processi omeostatici (tempo dal risveglio) e circadiani (ciclo sonno/veglia) comporta una significativa riduzione della vigilanza e dell’efficienza mentale durante il giorno e ancor più di notte, con conseguente maggiore propensione a errori, incidenti e infortuni.
Sul lungo periodo può essere rilevante l’impatto del lavoro notturno sulla salute.
L’ Anses – l’Agenzia nazionale francese per la salute e la sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro – nel 2016 ha indicato che il lavoro notturno ha effetti comprovati sul sonno, sulla sonnolenza, sulla vigilanza e sulla sindrome metabolica; effetti probabili sulle prestazioni cognitive, sulla salute mentale, sull’obesità, sul diabete di tipo 2, sulle malattie coronariche e sul cancro; e possibili effetti sulla dislipidemia, sull’ipertensione e sull’ictus ischemico.
Ricordiamoci che:
- Una buona organizzazione del lavoro può prevenire o ridurre i rischi connessi allo svolgimento del lavoro a turni e notturno
- Per i coloro che svolgono lavoro notturno, secondo la definizione di legge, l’azienda deve prevedere controlli preventivi e periodici (almeno ogni due anni) adeguati al rischio cui il lavoratore è esposto
Per la valutazione dei rischi connessi al lavoro notturno e per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria non esitare a contattarci.